Jacques Monod: una nuova etica



La conoscenza è stata sempre il primo passo per l'agire, per l'etica.
Oggi che la scienza ci offre una nuova visione del mondo, mettendoci di fronte alla cogente accettazione che le azioni umane sono determinate e che nella vita dell'uomo biologico predomina il caso è il momento di impostare nuovi valori etici per la stessa conoscenza:
«L'etica della conoscenza ossia l'accettazione ossia la consapevolezza della necessità del caso di un caso prolungato sia a livello biologico che a livello comportamentale può riscattare l'uomo dalla falsità dei modelli animisti e materialistici».
Bisogna quindi andare oltre una concezione animistica di una realtà dove si attribuiscono proprietà spirituali a determinate realtà materiali così come superare la visione di una vita umana impostata secondo i valori rigidamente ed esclusivamente materiali rivelati dalla nuova scienza.

Adam Smith: teoria dei sentimenti morali


Adam Smith

Egli sosteneva un sistema morale fondato sul principio di simpatia che comporta l’immedesimazione nelle passioni e nei sentimenti altrui e che differisce dalla benevolenza e dall’altruismo pur non sostituendosi all’egoismo.


Come Hume, Adam Smith mette la simpatia al centro delle relazioni umane.
"La simpatia" è, infatti, il titolo del primo capitolo della "Teoria dei sentimenti morali", l’opera che ha impegnato a lungo Adam Smith e sulla quale è tornato più volte con correzioni, ripensamenti e sei edizioni.





“Dove la moralità è troppo forte l’intelletto perisce” (F. Nietzsche)

Cos'è l'etica e cos'è la morale?

Sono la stessa cosa?

STEP24) Una piccola sintesi

Siamo giunti alla conclusione.
Durante questo percorso abbiamo scoperto le origini della parola "etica" e le sue sfumature all'interno di altre culture, abbiamo perfino tentato di proiettarla in un'immagine.
L'etica è il nostro "braccio destro" per ogni decisione, l'etica come disse Edgar Morin: "deve formarsi nelle menti a partire dalla coscienza che l'umano è allo stesso tempo individuo, parte di una società, parte di una specie".
Abbiamo constatato che l'etica riguarda tutti da sempre, dal giorno zero.
 Le riflessioni sul termine iniziarono solo nell'antica Grecia con Socrate, i sofisti e poi Platone; e queste riflessioni sono tutt'ora un tema molto attuale.
L'etica è parte di noi, della nostra mitologia e letteratura, della nostra arte, per fino della nostra pubblicità e dei nostri film.
Anche in questo momento di difficoltà, l'etica è argomento vivo e presente.
Ma l'etica non bada solo a noi, comuni mortali, si prende cura anche del nostro ambiente e sopratutto del nostro futuro.
Il filosofo Hans Jonas dichiara neoaristotelicamente che vi è un dover essere intrinseco all'essere, cioè un finalismo interno all'ordine delle cose, il quale fa sì che la vita esiga la conservazione della vita.
Ed infine, ci siamo anche chiesti...
chissà se sarebbe bello un mondo con un'utopia eticamente etica, o meglio, chissà se sarebbe giusto?
E di sicuro un filosofo come Nietzsche risponderebbe: "un sistema morale valido per tutti è fondamentalmente immorale."






STEP22) Cos'è giusto fare?

Prima puntata : 
Francesco è un semplice ragazzo diciottenne di città.
Aspettate, non semplice come pensate.
E' un ragazzo molto ansioso, insicuro e spesso talmente indeciso da lasciarsi prendere  dai suoi frequenti attacchi di panico.
Ma credo che queste piccole sue sfumature non facciano di lui un ragazzo "non-semplice".
A parte questi piccoli dettagli; come ogni ragazzo, o meglio, come ogni essere vivente si trova spesso di fronte a molte sfide difficili.
In ogni situazione della sua vita, la sua mente è come se fermasse il tempo.
Si ferma il tempo, si blocca, Francesco si crea una sua dimensione.
E cosa succede?
Nella sua mente iniziano a parlare molte voci, molte voci che iniziano a suggerirgli cosa fare e perché.
La devo aiutare quella vecchietta?
Al telegiornale stanno parlando della pena di morte, è una cosa giusta?
Che università devo scegliere?
Tratto bene mia sorella?
Francesco, però non è solo, ha Carla la sua migliore amica.
Carla è una ragazza tutta il contrario del suo Fra, molto decisa e spensierata.
Carla è proprio la sua "life coach", senza di lei Francesco non saprebbe che fare.
Mercoledì 15 aprile 2046.
Come ogni mattina Carla parte da casa in bici per recarsi al bar "Aurora", dove ha appuntamento fisso con Fra per andare a scuola.
L'appuntamento è alle 8.15 e guai fare tardi, se no, la nostra Carla va su tutte le furie e Fra lo sa bene.
8.30
Quella mattina fu la svolta.

Seconda puntata :
("poco prima")
Carla era da poco partita da casa.
Stranamente era in ritardo.
Colpa del rossetto, aveva macchiato la sua t-shirt nuova e una precisina come lei non si sarebbe mai potuta presentare così a scuola.
Che belli questi fiori nuovi al parco.
Si, sono davvero molto belli, ma neanche il tempo di poterli assaporare con gli occhi che...
bam!
Carla venne scaraventata a terra da un auto.
Un auto che andava un po' troppo veloce.
Già.
Francesco corre, corre, corre e ancora corre, corre verso l'ospedale.
15 ore dopo riesce a vedere Carla.
E' difficile riconoscerla, ma la loro amicizia gli permette di riconoscersi e sentirsi anche a distanza di chilometri.
Francesco si avvicina, le prende la mano.
Carla riesce solo a parlare.
Nessun movimento.
("tre mesi dopo")
Carla vuole morire.
Se ne è convinta in un secondo, appena i medici le hanno riferito che non ci sono speranze.

Terza puntata :
E' ormai passato un anno.
Carla non ne può più.
Non è cambiato nulla, anzi, Carla non è più la Carla spensierata di una volta.
Pensa in modo eccessivo, è già morta dentro.
Ma come ogni domenica, Francesco è pronto ad andare a trovarla.
"Uccidimi tu".
Un nodo alla gola e nient'altro.
Francesco è appena ricaduto in un altro dei suoi soffocanti attacchi.
"Si, hai sentito bene, se ci tieni a me rendimi libera visto che io non posso decidere per me stessa".
Sono queste le parole che seguirono.
Francesco pensa.
Perché non può decidere lei per se stessa?
Starebbe davvero meglio?
Io come mi sentirei?
Lo vorrei fare per lei, ho sempre fatto tutto per la mia Carla.
E se finissi in carcere?
Be', ma violerei la legge per realizzare un sogno che dalla sognatrice non può essere realizzato.
Certo, è un ragionamento del tutto sbagliato e illogico.
Sto solo cercando di svagare la mente, ma torna sempre il dubbio.
Lo faccio o no?
Potrei staccarle quel grosso tubo.
Sarebbe puro caso.
Ma sono sicuro che lo voglia per davvero?
E' una cosa sbagliata, ma lei lo vuole.






Risultati questionari temi di etica attuale

Come la pensa il mondo?
È giusto o sbagliato?
Tu come la pensi?

STEP21) L'etica dell'etica

Thomas Nagel

Thomas Nagel ha rilevato che la storia dell'etica si può tutta concentrare intorno ai rapporti tra vita giusta e vita buona.
Quando la felicità è intesa come il culmine della vita morale (Aristotele), la giustizia è compresa all'interno della vita buona e in questi termini definita. 
Quando la giustizia costituisce il fine dell'intera vita morale (Platone), la vita buona è definita nei termini della vita giusta. 
Quando la vita giusta è ritenuta la sola ad avere propriamente un valore morale (Bentham, Kant), la vita buona resta fuori dalla porta dell'etica.
 Quando la vita buona supera quella giusta e se la lascia dietro le spalle (Nietzsche), allora quest'ultima non ha più una dignità etica.
Nagel vede nell'etica contemporanea una sorta di divaricazione, una separazione tra il giusto, luogo dell'imparzialità e della moralità, e il buono, luogo dell'interesse soggettivo e della felicità.
La crisi del fondamento razionale etico è crisi della giustizia, cioè del primato della morale intesa come insieme di leggi universali. 
Conseguentemente viene meno ogni primato della giustizia ed ogni pretesa d'identificare l'etica con la vita giusta.
Accanto alla questione di giustizia, e con dignità almeno pari, si pongono le questioni della felicità personale, della realizzazione della propria esistenza, della piena espansione dell'individualità, di quella che oggi si chiama in termini vaghi «fioritura» dell'io.
L'etica recepisce accanto ai doveri i diritti, gli interessi, i desideri, i piaceri, la fruizione, la realizzazione, l'espansione dell'io, in una parola la «felicità». 
Una nuova domanda etica s'impone prepotentemente: che cos'è che voglio veramente per me?


Cos'è il male?

Cos'è il male?

Leopardi annotava:

 “Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male: che ciascuna cosa esiste è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; …”  [ Zibaldone, pag. 4174 ]

Come mai Leopardi non ha potuto godere della felicità?

Leopardi aveva un desiderio di felicità sconfinato, ma che probabilmente non trovò nessuno con cui mettere a tema ciò che aveva a cuore, qualcuno del suo livello, della sua sensibilità.

Egli scrive a un amico:" Che cos’è dunque la felicità, mio caro amico? e se la felicità non esiste, che cos’è dunque la vita?".

Sempre annoverato tra gli scrittori più pessimisti, Leopardi ha invece amato terribilmente la vita, ma un’anima troppo sensibile e con eccesso di raziocinio può essere indirizzata verso una scelta pessimistica o addirittura nichilistica e percepire la realtà come infinita vanità del tutto(A se stesso, 1833).

Leopardi credeva che nell’uomo non ci fossero idee innate”, dice Elisei, “ogni uomo secondo lui non nasce quindi con quel fascio di esigenze prime che ci permettono di distinguere ciò che è giusto, ciò che è sbagliato, ciò che è buono, ciò che e cattivo. Teorizzando l’assenza delle idee innate Leopardi arriva a dire che tutto è relativo e se tutto è relativo nulla vale la pena, tutto diventa nulla”.

Perché Leopardi non è arrivato al suicidio?

La grandezza di Leopardi è un paradosso: non è coerente, per cui la sua posizione così ferocemente negativa lascia un’ultima via d’uscita che è aggrapparsi all’esistenza come tentativo di poter trovare una risposta, per questo decide di non suicidarsi.


STEP20) Zibaldone



Zibaldone del Leopardi

Lo Zibaldone, o meglio "Zibaldone dei pensieri", è un diario che raccoglie riflessioni ed aforismi del Leopardi.
Scritti tra luglio  del 1817 e agosto 1832, per un totale di 4526 pagine.
Tra i molteplici temi trattati viene anche  riesaminato il concetto cristiano di Dio.
La fine di Dio significa anche la fine di ogni verità e legge assoluta; se l’idea di Dio è frutto di umana convenzione, è inevitabile che anche la morale, che trova in Dio stesso il proprio «fonte, autore, tipo, ragione, padrone, arbitro» ( (Zib. 1710) non sia più verità universale e assoluta. 
La mutabilità dei principi morali, modificatisi nel corso dei secoli e di popolo in popolo, dimostra che
evidentemente la non esistenza di una morale eterna, assoluta, antecedente [...]; e che essa, come ha bisogno di adattarsi alle diverse circostanze e delle nazioni e de’ tempi (e delle specie, se diverse specie di esseri avessero morale, e legislazione), così per conseguenza da esse dipende, e da esse sole deriva (Zib. 2264, corsivo di Leopardi).
Già dall’agosto del 1820 (Zib. 209) Leopardi aveva espresso questa convinzione, asserita nuovamente tre mesi dopo a dimostrazione che i doveri e la morale non derivano da legge naturale, né sono fondati su principi innati e comuni a tutti i viventi:
[la morale determinata] […] non è insegnata dalla natura, ma è legge di pura convenzione, cagionata dall’utilità e necessità sua, utilità e necessità riconosciuta dalla ragione e per via d’argomento, non istillata e ingenita negli animi dalla natura senza bisogno di riflessione. E così il diritto delle genti, che si crede naturale, […] contiene una legge di pura convenzione, la quale prima ch’esistesse, non era colpa il contravvenirle, come si sarà mille volte fatto (Zib. 342).
Non più investiti di valore oggettivo e applicabilità universale i principi morali sono privi di validità e autorità assolute, creazioni legate al momento storico e alle circostanze etnico-geografiche.
Dal canto loro gli esseri umani, senza leggi morali  universalmente valide, si trovano a vivere in un mondo privo di fondamenta etiche.
Anche l’idea che la natura umana sia permanente e immutabile, in cui siano riconoscibili leggi morali altrettanto inalterabili, è «un sogno»; infatti non esiste legge «scolpita primordialmente ne’ nostri cuori» e l’idea di morale nasce con la società perché «l’uomo isolato non aveva bisogno di morale, e nessuna ne ebbe infatti, essendo un sogno la legge naturale» (Zib. 1638). 
Dunque «il bene e il male morale non ha nulla di assoluto. 
Non v’è altra azione malvagia, se non quelle che ripugnano alle inclinazioni di ciascun genere di esseri operanti: nè sono malvage quelle che nocciono ad altri esseri, mentre non ripugnino alla natura di chi le eseguisce» (Zib. 1624).
Gli esseri umani hanno tuttavia un meccanismo intrinseco che permette loro di vedere il mondo in termini morali; questo meccanismo è mosso dall’idea di convenienza.
L’idea relativa e non assoluta della morale è una convinzione costante e inalterata del discorso leopardiano, che la considera una convenzione; essa è regolata, secondo Leopardi, dalla convenienza, cioè da quel processo di ripetizione che trasforma determinate idee, convinzioni e percezioni in abitudini.

STEP19) L'utopia


“L'utopia è come l'orizzonte: cammino due passi, e si allontana di due passi. Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi. L'orizzonte è irraggiungibile. E allora, a cosa serve l'utopia? A questo: serve per continuare a camminare”.
(Eduardo Galeano)

Utopia
Utopia è il luogo che non esiste.
L'Enciclopedia Treccani la definisce come: "formulazione di un assetto politico, sociale, religioso che non trova riscontro nella realtà, ma che viene proposto come ideale e come modello; il termine è talvolta assunto con valore fortemente limitativo (modello non realizzabile, astratto), altre volte invece se ne sottolinea la forza critica verso situazioni esistenti e la positiva capacità di orientare forme di rinnovamento sociale (in questo senso utopia è stata contrapposta a ideologia)".
Dunque un'utopia dell'etica credo sia qualcosa di ancora più irrealizzabile di quello che si pensa.
Nella mia testa è addirittura inimmaginabile.
Per giungere a un'utopia di questo genere bisognerebbe identificare una politica predominante e sarebbe com giudicare le altre forme di governo meno efficaci.
Già questa prima ipotesi sarebbe corretta?
Poi, bisognerebbe scegliere una religione dominante che venga condivisa da ogni singolo individuo.
E' realizzabile?
Poi, la giustizia dovrebbe essere uguale in ogni angolo del mondo.
Non credo sia facile per tutti pensarla allo stesso modo...
Insomma, anche senza analizzare ogni lato della società, è un lavoro alquanto "utopico"!
L'unica soluzione che mi balza alla mente, è che un uomo solo debba discernere cosa sia giusto o meno e creare un popolo di suoi cloni.
In questo popolo plasmato deve anche essere vietato il diritto di pensare con la propria testa, il diritto di esprimersi e soprattutto non deve esistere una distinzione tra giusto e sbagliato.
Deve regnare un'unica legge e nessuno deve distogliersi da essa.
Quella legge allora è etica del mondo, quella legge diviene costume del mondo e si andranno a perdere tutte le qualità dell'uomo.
Andranno persi i costumi che ci distinguono tra popoli, andrà censurata la storia poichè memoria di grandi rivoluzioni e pensieri, andranno censurate grandi opere letterarie e artistiche.
Sembra paradossale, ma un mondo come quello descritto dalle "dystopian novel".
In "1984" di George Orwell immaginando la società nel futuro viene a parer mio delineata un'unica etica determinata dal totalitarismo del Big Brother.
Non è una società per niente etica, ma se si definisse come etico quel modo di vivere, sarebbe giusto e normale così.

Dittatore dello stato totalitario creato da Orwell.

STEP18) Filosofia contemporanea




Benedetto Croce (1866-1952) ha segnato il mondo intellettuale della prima parte del XX secolo.
Se ci riferiamo all’impostazione del suo pensiero, profondamente etico, la sua figura è infatti di rilievo internazionale. 
L’eticità di Croce si riferisce ad un impegno serio e continuo nella formulazione del pensiero.


In Etica e politica, la cui prima edizione è del 1931, Croce raccolse quattro suoi lavori già apparsi a stampa: Frammenti di etica (1922), Elementi di politica (1925), Aspetti morali della vita politica (1928) e Contributo alla critica di me stesso, pubblicato in edizione privata nel 1918. 
 Croce non rinnegava in nulla la sua concezione, profondamente laica e moderna, della politica come attività legata alla vita economica dello Spirito, ossia al perseguimento di fini e di interessi particolari; ma ne accentuava il rapporto con l’etica, concepita come risolutiva ispiratrice di una tensione che sottrae la politica al rischio di esaurirsi in se stessa, di rimanere chiusa in una sfera autonoma e isolata. 
Perciò Croce avversava l’ottuso moralismo come lo spregiudicato machiavellismo. 
In questa prospettiva egli esaminava i grandi temi dell’esperienza morale (giustizia, religione, buona fede, virtù, ecc.) e della vita politica (il ruolo dei partiti e dello Stato, il liberalismo, il rapporto fra Stato e Chiesa, lo Stato etico, ecc.). 
Per queste ragioni, al di là del suo valore di documento, Etica e politica resta un’opera che getta una luce di impressionante chiarezza su questioni dove la confusione da sempre tende a regnare. 


STEP15) I limiti dello sviluppo


Nel 1972 il Rapporto sui limiti dello sviluppo, commissionaton al Il Club di Roma   dal MIT, metteva nero su bianco una lista di conseguenze a cui avrebbe portato la crescita illimitata. 
La crisi petrolifera del 1973 fu in qualche modo il primo segnale d’allarme, ma nonostante tutto il paradigma di crescita ha continuato e continua ad essere il modello preferito,addirittura l’unico, sembrerebbe, da politici e governi
Il risultato è che i quasi 8 miliardi di esseri umani oggi viventi hanno bisogno delle risorse prodotte da due pianeti Terra
Cinquant'anni dopo, viene pubblicato un nuovo rapporto: "Come on!", è un allarme e un monito secco a muoverci, a cambiare direzione
Il mondo sta mancando l’obiettivo della sicurezza climatica e senza un cambiamento di rotta deciso, reale, alla fine del secolo la temperatura salirà di oltre 3 gradi.
Le emissioni di anidride carbonica dell’economia globale devono essere ridotte di almeno il 6,2% all’anno per non oltrepassare il limite di aumento massimo di 2 gradi. La riduzione dovrebbe essere del 10% circa per restare sulla soglia di 1,5 gradi, e invece nel 2017 le emissioni globali sono tornate a crescere dell’1,4%, secondo i dati Iea, dopo una pausa di tre anni. 
La cosa positiva è che nonostante incredibilmente molti governi prendano ancora tempo o addirittura fanno marcia indietro, i consumatori cominciano a capire, a fare domande, a volersi orientare in modo differente da come hanno fatto finora
Cresce il numero di persone che prima di comprare si fa e fa domande sulla provenienza dei prodotti, sulla loro eticità, sulla filiera, sulla possibilità di riusare. L’auspicio è che si crei un asse tra i consumatori che vogliono prodotti a basso impatto ambientale e le imprese che vogliono assumersi le loro responsabilità e scelgono la transizione verso la decarbonizzazione, e che hanno deciso di accelerare i tempi andando oltre le misure di salvaguardia climatica decise dai governi.


STEP 17) ABC dell'etica

B- bene ( filosofia)
C- chiesa (Bioetica cattolica)
D- dibattito (esempio: intelligenza artificiale )
E- economia (etica degli affari)
G- genetica 
H- Hobbes (Leviatano)
I- ingegneria 
L- legge 
M- macchine (Guglielmo Tamburrini)
N- natura
O- ordine
P- pluralismo
Q- qualità della vita  ("non è un bene il vivere, ma il vivere bene ", Seneca)
S- società
U- utile
V- valori 
Z- "zetetica nostra" (Treccani)

STEP 16) Hans Jonas

Hans Jonas spicca tra i filosofi contemporanei per aver tentato di elaborare una nuova etica globale della civiltà tecnologica.
Il suo capolavoro è Il principio responsabilità. Ricerca di un'etica per la civiltà tecnologica : Libro il principio di responsabilità.
Jonas è preoccupato di fronte al "Prometeo scatenato", ovvero l'odierna civiltà, che sta minacciando la sopravvivenza del globo.
La nuova etica medita sugli effetti a lungo termine dell'agire umano , quindi tiene conto anche delle generazioni future.
Oggi non basta più essere a posto con la propria coscienza, né ci si accontenta di regole formali; occorre saper prevedere gli influssi che le nostre azioni potranno avere sulle sorti future.
Al vecchio imperativo categorico kantiano, Jonas contrappone: "Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un'autentica vita umana sulla terra".
Jonas dichiara neoaristotelicamente che vi è un dover essere intrinseco all'essere, cioè un finalismo interno all'ordine delle cose, il quale fa sì che la vita esiga la conservazione della vita.
L'imperativo categorico è dunque, il senso di responsabilità, che trova il suo archetipo originario nella cura dei genitori verso i figli.
Jonas si oppone ai due grandi pensieri del tempo, il "sapere è potere" baconiano e il pensiero capitalista marxista, definite utopie pericolose e non necessarie per la sua etica minimalista di sopravvivenza.
Una parte molto interessante del suo elaborato a parer mio, è quella relativa a un'euristica della paura, ovvero una ricerca di nuovi principi etici stimolata da tale stato d'animo.


Oltre che sui temi ecologici, egli ha preso posizione anche riguardo la tecnologia genetica, entrando nel merito di questioni di bioetica e difendendo, insieme al diritto di vita, anche il diritto di morte.
Per quanto riguarda quella che ha definito come "tentazione prometeica di giocare con il seme", ossia contro l'ideale di una ricreazione genetica dell'uomo, egli si è appellato al principio di sacralità della vita, affermando che: "noi non siamo i soggetti che possono creare l'uomo, noi siamo già stati creati".


STEP14) La natura


Come previsione del Club di Roma nel 1972:
https://www.youtube.com/watch?v=h0O4q4vdLcs
sarebbe arrivato presto il giorno in cui si sarebbero manifestati i limiti del nostro pianeta.
https://www.rinnovabili.it/ambiente/tutti-vivessero-come-noi-non-basterebbero-6-pianeti-terra-333/
L'uomo d'oggi si limita ad esigere dal nostro pianeta, senza mai mostrarsi devoto.


Leonardo Boff scrive "un'etica della Madre Terra", dove ci propone un nuovo rapporto tra uomo e natura:
https://www.lastampa.it/tuttogreen/2020/04/19/news/un-etica-della-madre-terra-1.38690320?refresh_ce
 E' difficile capire inoltre, come l'uomo possa permettersi di non rispettare la Terra dopo tutto quello che lei ci offre.
Nei secoli l'uomo è passato da considera un bene prezioso al distruggerla in modo irreversibile.
Ricordiamoci anche che modificando il nostro habitat rechiamo danni anche alla fauna stessa.
C'è la necessità di fermarsi e riflettere, siamo arrivati a inquinare anche il bene più prezioso in assoluto: l'acqua.




STEP13) L'ingegneria è anzitutto una questione di etica

L'ingegnere viene tutti i giorni a contatto con il campo dell'etica, in quanto interviene in modo diretto sulla trasformazione dell'ambiente e concorre al progresso tecnico.
Si devono sempre tenere conto aspetti come la sicurezza della vita umana, il miglioramento delle condizione di vita del singolo e della società in sé.
L'ingegneria è talmente una questione etica che  è stato scritto il suo codice deontologico:

I professionisti del computing potrebbero avere una grande influenza sulle società moderne a causa dell’uso prevalente di informazioni e tecnologie basate su computer. 
Da qui la sottolineatura dell’importanza del “loro sviluppo etico”.
Documento dedicato al ruole dell'etica in imprese relative al computing:

L'etica spesso è interpretata come "rispetto per l'uomo", in questa affermazione comprendiamo anche "rispetto per i suoi dati personali"?
Può l'algoritmo invadere la società e pretendere che la tecnologia evada dall'etica?

Rapporto tra scienza ed etica:






STEP12) Etica Moderna


Thomas Hobbes è stato un filosofo e matematico britannico; grande appassionato del pensiero cartesiano e galileiano conosciuto nei circoli intellettuali e nei grandi viaggi che egli conduceva in Francia e in Italia.
Il nucleo fondamentale della razionalità hobbesiana  è la possibilità di organizzare i fenomeni naturali in una dimensione artificiale e quindi interamente calcolabile e controllabile dalla ragione umana.
La tematica del diritto di natura è comune a tutta la tradizione etica moderna e in Hobbes natura è sopratutto impulso  all'autoconservazione, che determina tutti i comportamenti dell'uomo.
In quanto spinto naturalmente a conservare la propria esistenza fisica e a espandere il proprio potere sulle cose, l'uomo è in linea di principio ostile a ogni altro uomo ("homo homini lupus").
Solo il calcolo razionale del vantaggio e della sicurezza lo induce a imporsi il vincolo sociale (contrattualismo) e le leggi.
Ecco i due elementi caratteristici dell'etica moderna, l'idea che la legge sia prodotto artificiale elaborata da calcoli di vantaggio e svantaggio; e l'idea che la condotta umana sia mossa da un impulso fondamentale che la determina necessariamente, di modo che l'etica può descrivere la condotta in maniera rigorosa, come la fisica fa con il moto.
L'idea di una descrizione scientifica del comportamento umano viene presa in considerazione da grandi filosofi come Spinoza e Cartesio.

«Se si conoscessero con ugual certezza le regole delle azioni umane come si conoscono quelle delle grandezze in geometria, sarebbero debellate l'ambizione e l'avidità, il cui potere si appoggia sulle false opinioni del volgo intorno al giusto e all'ingiusto; e la razza umana godrebbe una pace così costante, che non si riterrebbe di dover mai più combattere, se non per il territorio, in ragione del continuo aumento della popolazione».

Hobbes vuole cercare di costruire una morale naturalistica, un insieme di regole per servire l'istinto di conservazione.
Le valutazioni teoriche (vero e falso) sono puramente convenzionali, mentre quelle morali (bene e male) sono puramente soggettive.
Non vi è, dunque, nulla di assolutamente buono o cattivo e non vi è norma che valga a distinguere assolutamente il bene dal male.

«Il piacere o gioia è l'apparire del bene, la sensazione di questo , e la molestia o dispiacere è l'apparizione del male, la sensazione di esso. Di conseguenza ogni appetito, desiderio, e amore è accompagnato da un certo piacere, pari o meno grande; e ogni odio o avversione da dispiacere e dolore più o meno grande.»

In generale, si denota come "bene" ciò che si desidera e con "male" ciò che si odia; e poichè il raggiungimento di ciò che si desidera procura piacere e di conseguenza genera movimento della vita, così le cose piacevoli sono dette "giovevoli" e "belle".
Visto che nelle mente umana possono alternarsi desideri diversi e opposti, ivi nasce uno stato di deliberazione che termina con l'atto di volontà, ovvero decisione di agire o meno.
Quest'ultima cosa suddetta implica che l'uomo non potrà mai raggiungere uno stato definitivo di quiete, perciò non si può parlare di un sommo bene e di un fine ultimo nella vita dell'uomo.
Per essere definito "ultimo", un bene dovrebbe essere tale, che dopo di esso non si dovrebbe desiderare altro.

"la vita è un movimento incessante che, quando non può continuare in linea retta, si trasforma in moto circolare ".




bibliografia:

STEP11) L'etica del covid-19

Il coronavirus non sta creando solo problemi sanitari e economici, ma anche dilemmi etici, cioè ci pone sfide significative su cosa sia giusto o sbagliato fare.


Cosa sarebbe stato giusto fare all'inizio della pandemia?
Come sarebbe stato giusto comunicare l'evolversi dell'epidemia?
Tutti ora siamo chiamati a una scelta etica: contribuire alle scelte politiche o combatterle. 

E le regole deontologiche della medicina?
L'etica della cura si è andata modificando.
Al principio zero: "fare il bene del paziente", si è aggiunto: "il rispetto dell'autodeterminazione della persona malata, che richiede informazione e consenso nelle scelte, e il principio di equità nella ripartizione delle risorse".
 Il movimento Choosing Wisely : “Non intubare pazienti fragili senza aver parlato con i familiari riguardo alle direttive anticipate del paziente, ogniqualvolta è possibile”.
Durante questa pandemia non si è quasi mai sentito parlare di "consenso del paziente e la raccolta delle sue preferenze" riguardo alle misure terapeutiche estreme, come se fossero un lusso che l’emergenza non ci permetteva di concederci. 
“Ogniqualvolta è possibile”, certo, ma anzitutto bisogna riconoscere all’autodeterminazione i suoi diritti.
E poi?
Chiudendo con una domanda fastidiosa...
Se in un ospedale è rimasto solo un posto in terapia intensiva e ci sono due pazienti a necessitarlo ugualmente differendo solo per l'età, a chi concedere il posto?



STEP10) JURASSIC PARK: LA CRITICA AL POTERE SCIENTIFICO


Scoprendo le leggi del mondo e il loro rapporto matematico, l’uomo ha compreso che poteva manipolare radicalmente la natura per perseguire i propri scopi.
Ora, è proprio qui che si inserisce la riflessione in Jurassic Park.
 Il libro e i film mostrano il micidiale conflitto tra natura contemplata e rispettata come principio e natura controllata e manipolata dal metodo scientifico.
Se Galileo Galilei ha messo nero su bianco il metodo della ricerca scientifica, Francesco Bacone ha intuito per primo il potere della scienza nelle mani dell’uomo.
La natura, in Jurassic Park, si ribella, come a dirci che siamo tutti animali e “l’animale uomo” non ha per niente il diritto di essere il dominatore incontrastato dell’universo.
Al netto della componente avventurosa e spettacolare della trama, Jurassic Park presenta molteplici spunti di riflessione sul tema del controllo e in particolare della dirompente forza dell’ingegneria genetica. La prefazione del libro recita: Negli ultimi decenni del ventesimo secolo si è verificata una febbre dell’oro scientifica di proporzioni inaudite: la furibonda e avventata corsa alla commercializzazione dell’ingegneria genetica. Questa impresa è stata portata avanti con tanta celerità, con un così scarno contributo di spiegazioni obiettive da precludere una piena comprensione della sua portata e delle sue implicazioni.
E ancora: La biotecnologia promette di essere la più grande rivoluzione nella storia dell’uomo. Entro la fine di questo decennio avrà di gran lunga sorpassato l’energia nucleare e i computer per quanto riguarda l’impatto sulla nostra vita quotidiana.





Bibliografia:

Glaucone, nella Repubblica

Come dice il Massareni a proposito del mito dell’anello di Gige: “agli uomini, infatti, piace apparire come giusti assai più che esserlo”.
E ancora: “la moralità e il rispetto delle leggi sono costruzioni sociali e la loro efficacia deriva dal timore del biasimo e delle punizioni”.





Il senso dell'etica


Dalla  distinzione e dalla relazione tra etica pubblica ed etica privata, tra soggetti ed oggetti dell'etica al metodo che ci permette di distinguerle, alla concezione del bene e alla domanda: "chi sono io?".
La politica è un'istituzione etica della polis?
Ci riconosciamo nelle nostre istituzioni etiche?
Abbiamo dei costumi?




STEP9) Arte e Politica





Ambrogio Lorenzetti.

Nella parete di sinistra, Allegoria ed effetti del Cattivo Governo; nella parete frontale, Al- legoria del Buon Governo; nella parete di destra, Effetti del Buon Governo in Città e in Campagna.

Siena, Palazzo Pubblico, Sala della Pace.

Realizzati tra 1338-1339.




Effetti del Buon Governo in città e in campagna.



Allegoria del Buon Governo.




Allegoria del Cattivo Governo.



Jacques Monod: una nuova etica

Jacques Monod La conoscenza è stata sempre il primo passo per l'agire, per l'etica . Oggi che la scienza ci offre una nuo...